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3)DECENTRARE
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Decentrare è la parola d'ordine dei nostri tempi.
Il segreto per risolvere qualsiasi problema
anche il più complesso sta proprio nello scinderlo, affrontando
punto per punto ogni parte di esso con metodo e precisione.
Esattamente l'incontrario di quello che si vede fare nei governi,
nelle pubbliche amministrazioni di tutto il mondo. C'è qualche
esempio di federazioni anche molto valide come quelle svizzere
che dimostrano una propensione decentrista, ma si è ancora molto
lontani da quello che qui si vuole progettare. Eppure non è
così difficile escogitare un nuovo sistema che sostituisca
gradualmente e senza fretta le partitocrazie d'Occidente.
Dimostratesi ancora il male minore se si guarda il resto del
pianeta. Sono il sistema che dopo i fatti recenti d'Oltre Cortina
ha rivelato finalmente anche ai più ottusi di essere il più
valido e democratico, ma purtroppo ancora lontano dall'esprimere
la volontà del popolo.
Per decentrare s'intende dare l'80% del potere,
delle responsabilità e della gestione ai governi locali, i
comuni per fare un esempio italiano, il restante 20%
all'autorità centrale per la coordinazione nazionale. Queste
percentuali sono solo un esempio, sarà la cittadinanza a disporre
come meglio crede. Gli
attuali comuni diverrebbero il fulcro centrale dello stato.
Attorno ad essi girerebbe tutta l'amministrazione del Paese la
quale a livello nazionale verrebbe interessata solo
marginalmente. Nel caso di più comuni interessati allo stesso
argomento la maggioranza di essi ed al limite l'arbitrato di
tutta la nazione decreterà il dafarsi. Attenzione si parla di
Nazione per intendere un insieme di piccole comunità collegate
tra loro da comuni interessi o problemi e quindi bisognose di una
coordinazione centrale, ma il principio di Patria come ora inteso non
avrà più senso in sistema DD. I confini nazionali, regionali e/o provinciali
attuali saranno sostituiti da reti di piccole comunità legate tra loro
per molteplici aspetti, formando in questo modo maglie più grandi che
oltrepassano gli attuali confini territoriali, a discrezione delle genti interessate.
Con gli attuali metodi si vive esattamente
l'incontrario, cioè si assiste ad una gestione accentratrice
all'esasperazione che neppure le tanto attese Regioni hanno
saputo combattere. Si subisce un'amministrazione sempre più
mastodontica e complessa lontana da qualsiasi cognizione
razionale e logica, una burocrazia che favorisce lo sperpero
anche quando si tratta di operazioni svolte onestamente, per
effetto dei tanti ministeri, istituzioni, uffici vari,
competenti. Se poi ci aggiungiamo i burocrati disonesti, questi
avranno enormi possibilità di rubare, per sè e/o per il partito,
dalla complessità del sistema clientelare che non permette
tralaltro nella maggior parte dei casi di individuare i
responsabili.
Decentrando addirittura a livello comunale
l'80% del governo, lo capisce anche un bambino che le cose non
possono che funzionare molto meglio. La popolazione del comune ha
tutto l'interesse a mandare avanti nel miglior dei modi la
gestione pubblica del proprio territorio, trattandosi per di più
di soldi pagati all'erario direttamente dagli abitanti del luogo,
per spese da loro volute.
Bisogna creare tante piccole cellule ognuna
indipendente burocraticamente dalle altre che forma un tutt'uno
quando coordinato da un governo centrale. Al centro devono
arrivare solo i risultati di quello che è già stato deciso
all'esterno di questa grande ragnatela. Ogni comune raggiungerà
gli obiettivi che solo la sua popolazione desidera, eliminando
praticamente il problema delle minoranze le solo legittimate a
decidere nella loro zona d'influenza. Ognuno avrà quello che
vuole e che merita, quello che saprà costruirsi. Per le
località bisognose di sviluppo si rimanda la lettura al capitolo
"GEMELLAGGIO".
Partendo dalla periferia e quindi dai piccoli
centri, si costruisce il nuovo senza eliminare alcunchè del
vecchio finquando non si è constatato che ormai è solo un
doppione inservibile e costoso. Non c'è pericolo di commettere
errori visto che le vecchie regole verrebbero eliminate solo dopo
aver constatato la bontà delle nuove. Tutto questo in ogni
settore dell'amministrazione pubblica, anche il più
insignificante, anzi specialmente nell'ufficio più piccolo del
municipio deve iniziare la gestione tecnica che rispecchi
fedelmente la volontà dei cittadini. La vecchia gestione e
legislazione convive per il periodo iniziale, più o meno lungo
secondo le circostanze, con la nuova, e non viene cancellata se
non quando dimostratasi coi fatti meno democratica . Il
cambiamento in questo modo è graduale, tranquillo e pacifico, con
la matematica certezza di inseguire il meglio; una rivoluzione
straordinaria se si pensa alla diffusione a macchia d'olio in
tutto l'ambito comunale, in tutti i comuni, in tutta la nazione,
in tutta Europa, ecc.
La democrazia diretta è fattibile solo nel
mondo ricco, sviluppato tecnologicamente nelle telecomunicazioni;
nei paesi in via di sviluppo o peggio ancora in quelli poveri e`
del tutto irrealizzabile. Ma c'e` una cosa molto importante da
tener presente, e cioè che se il primo mondo non trova il
sistema veramente democratico per portare a soluzione i suoi problemi
sociali non potrà mai sperare di risolvere quelli dei paesi piu
arretrati. Ne sono un esempio le masse povere che spingono ai
confini delle nazioni occidentali trovandovi le porte chiuse,
oppure le varie missioni "pacifiche" organizzate
dall'ONU che non trovano possibilità di soluzione.
Ottorino Rizzi 1992 e successivi.
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